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Blog – Gruppo MultiMedica

Focus sulle malattie esantematiche

La primavera porta spesso con sé una maggior diffusione delle “malattie esantematiche“, in particolare tra i nostri bambini.

Le malattie esantematiche sono così chiamate in quanto caratterizzate dalla comparsa di una eruzione cutanea (detta appunto “esantema”, dal greco έξανθήμα: fioritura), con vari tipi di lesioni cutanee, associata in genere a sintomi di carattere generale (febbre, prurito, ecc.). Il riconoscere le diverse malattie esantematiche può essere complicato sopratutto per i caregivers dei bambini o anche per medici non esperti in malattie dell’età pediatrica o in malattie infettive.

Individuare correttamente la malattia esantematica in atto è fondamentale per un’adeguata cura e gestione del malato e per un’adeguata prevenzione delle epidemie. Alcuni elementi sono quindi fondamentali da mettere a fuoco nella valutazione di una malattia esantematica:

  1. il tipo di lesione cutanea che caratterizza l’esantema (micropapule, papule, vescicole, ponfi, croste,ecc.);
  2. il tempo che intercorre tra la comparsa dei primi sintomi generali e la comparsa dell’esantema;
  3. il sito di comparsa dell’esantema e la successiva modalità di diffusione;
  4. gli eventuali sintomi associati e loro caratteristiche (tipo di febbre, prurito, faringodinia, ecc.).

L’età del paziente è un altro dato importante, perché in generale le malattie esantematiche in età infantile hanno un andamento benigno, mentre in età neonatale e nei primi mesi di vita oppure in età giovanile/adulta possono più frequentemente avere un andamento severo e con complicanze anche gravi.

Vediamo le caratteristiche di alcune tra le più frequenti malattie esantematiche a tipica diffusione in età pediatrica:

Morbillo

Si tratta di un’infezione provocata da un virus (Paramixovirus) molto contagiosa, da non sottovalutare per le complicazioni che può provocare.
Come si manifesta: Prima di tutto con un’infezione delle vie respiratorie che compare dopo un periodo di incubazione che va dagli 8 ai 12 giorni. Per i primi due-tre giorni si manifesta con una lieve febbre e con un forte raffreddore. La febbre poi sale fino a raggiungere punte di 39-40 gradi e il bambino viene infastidito da difficoltà respiratorie. Spesso appare una tosse secca e a volte la congiuntivite, con occhi che prudono, lacrimano e si arrossano. Proprio al culmine di questa fase acuta iniziale compaiono i primi segni che permettono di riconoscere il morbillo: sulla mucosa all’interno delle guance, si formano puntini bianco grigiastri simili a capocchie di spillo (macchie di Köplik). Subito dopo inizia l’eruzione cutanea vera e propria: si tratta di macchie rotondeggianti, di colore rosa, un po’ in rilievo e ravvicinate. Le prime macchie compaiono generalmente intorno agli occhi e dietro alle orecchie, poi sulla fronte e dopo altri due o tre giorni si estendono a tutto il corpo. Nell’arco di cinque/sei giorni le macchie si attenuano progressivamente e spariscono senza lasciare traccia.
Può causare complicazioni:   Sì, il morbillo può provocare complicazioni anche serie, quali ad esempio l’ingrossamento della laringe con conseguente difficoltà respiratoria, la polmonite, l’otite, l’encefalite, ecc.
Come curarlo?  Farmaci sintomatici ed eventualmente antibiotici in caso di sovrainfezione batterica.

Varicella

È dovuta a un virus della famiglia degli Herpes virus, il Varicella Zoster (HZV) e ogni due/tre anni si registrano vere e proprie epidemie, dovute alla straordinaria capacità di diffondersi di questo virus. La varicella può comparire più volte nella vita perchè talvolta l’immunità ricevuta dalla prima infezione può non essere completa.
Come si manifesta: Dopo un periodo di incubazione di circa 8/22 giorni, compaiono inizialmente febbre anche non elevata e malessere, seguiti dalla caratteristica eruzione vescicolare: le lesioni, prima rosse e piccole, diffuse (“a cielo stellato”) sul torace e addome, si estendono poi a volto, gambe e braccia e cuoio capelluto. Nei giorni successivi si trasformano in vescicole piene di liquido che poi si seccano e lasciano il posto a croste molto pruriginose. Per 7/12 giorni possono apparire nuove macchie ovunque, così che in ogni zona del corpo possono esserci contemporaneamente vescicole sierose e croste.
Può causare complicazioni:   Le complicanze più serie sono la polmonite e il coinvolgimento del sistema nervoso centrale (encefalite/cerebellite). Inoltre le vescicole e le croste possono lasciare segni permanenti sulla pelle se vengono asportate.
Come curarla?  È consigliata una terapia sintomatica per la febbre e il prurito, evitando la terapia topica per il rischio di impetiginizzazione delle lesioni. In alcuni casi (primi anni di vita, presenza di altri malati in famiglia , ecc…) è indicata anche la somministrazione della terapia antivirale.

Scarlattina

È provocata da un batterio: lo Streptococco Beta-emolitico del gruppo A (SBEA). Si tratta di un microrganismo che si annida frequentemente nel cavo orale ed è responsabile anche di altre malattie, come la tonsillite acuta febbrile. Per l’esistenza di più ceppi batterici, la scarlattina può comparire più di una volta nella vita.
Come si manifesta: Nella fase iniziale della malattia il sintomo principale è solo un lieve arrossamento della gola con odinofagia. Poi compare la febbre che aumenta rapidamente e il secondo giorno possono apparire in gola le caratteristiche placche biancastre tonsillari. La lingua dapprima si ricopre di una patina bianca, poi si desquama e assume un colore rosso vivo (“lingua a fragola”). Dopo circa due giorni dall’insorgenza dei sintomi generali compare il tipico esantema costituito da lesioni rosse puntiformi, molto ravvicinate ed un poco rilevabili al tatto, che generalmente parte da ascelle, piega del gomito e inguine e si estende poi al tronco e agli arti, e infine al volto (tranne intorno a labbra, naso e mento). L’esantema dura all’incirca tre o quattro giorni per poi attenuarsi e lasciare talvolta la pelle desquamata.
Può causare complicazioni:   Se trascurata a lungo l’infezione può estendersi alle orecchie, alle ghiandole linfatiche del collo, alle articolazioni, ai reni e perfino al cuore. Oggi grazie all’impiego degli antibiotici la scarlattina si manifesta solo in forme leggere che non provocano complicazioni serie.
Come curarla?  La terapia antibiotica adeguata va iniziata quanto prima e proseguita per 10 giorni. Il bambino va tenuto a riposo se appare stanco e abbattuto. Sarà bene poi isolare il piccolo malato da altri bambini, per evitare il contagio almeno fino al terzo-quarto giorno dall’inizio della cura.

Rosolia

È un’infezione causata dal virus Rubivirus. Se colpisce i bambini, la rosolia viene considerata una malattia lieve che guarisce spontaneamente e non lascia tracce. È molto pericolosa, invece, se contratta in gravidanza per le conseguenze che può avere sul feto/neonato.
Come si manifesta: Dopo un periodo di incubazione che va dai 12 ai 20 giorni compaiono febbricola e ghiandole del collo ingrossate. Solitamente le macchie della rosolia, di colore rosa pallido, si manifestano prima di tutto sul volto, poi sul torace e sulla schiena, infine su braccia e gambe. Si tratta di macchie leggermente in rilievo, in genere abbastanza distanziate tra loro e, in certi casi, possono essere confuse con quelle della sesta malattia o della scarlattina. Altre volte, invece, la rosolia non provoca nessuna eruzione cutanea. Di solito guarisce spontaneamente dopo quattro-cinque giorni.
Può causare complicazioni:   Le complicazioni, nei bambini, sono rarissime: si tratta in prevalenza di dolori articolari. Se contratta nei primi quattro mesi di gravidanza può invece determinare gravi complicanze mal formative fetali a carico di cuore, occhi, orecchie, encefalo, ecc..
Come curarla?  Riposo e antipiretici solo se febbre elevata.

La V malattia

È provocata da un virus (Parvovirus B 19), ed è la più benigna delle malattie esantematiche.
Come si manifesta: Dopo un periodo di incubazione, che oscilla tra i 5 e i 15 giorni, si manifesta con numerosi puntini/macchie al volto che ricoprono guance e radice del naso, con una distribuzione “a farfalla” che fa pensare all’impronta di uno schiaffo, raramente associati a febbre modesta e mal di gola.
Può causare complicazioni:   Generalmente no.
Come curarlo?  Riposo e antipiretici solo se febbre elevata.

La VI malattia (o Esantema Critico)

È provocata da un virus della famiglia degli Herpes virus (Human herpes virus 6, HHV-6) e colpisce i bambini solitamente tra i 6 mesi e i 2 anni.
Come si manifesta: L’incubazione va da 9 a 12 giorni e la malattia provoca febbre molto elevata per 2-3 giorni. L’esantema è caratterizzato da macchioline di colore rosa intenso, che tipicamente compaiono prevalentemente al tronco dopo la scomparsa della febbre, indicando la fine dell’infezione, e persistono poi per 1-3 giorni.
Può causare complicazioni:   Generalmente no.
Come curarlo?  Riposo e antipiretici

Sindrome di Gianotti-Crosti

 La sindrome di Gianotti-Crosti può essere probabilmente considerata il risultato di una risposta immune individuale a una infezione virale e non la diretta conseguenza della presenza di un virus specifico; si manifesta infatti in concomitanza con diverse infezioni virali. Tuttavia il virus che più frequentemente viene segnalato come causa scatenante è il virus della mononucleosi (Epstein-Barr).
Come si manifesta: Comparsa per lo più in una unica gettata di papule o papulovescicole monomorfe lenticolari di alcuni millimetri di diametro, di colore da roseo a purpurico, con distribuzione simmetrica in particolare a volto, natiche e superficie estensoria degli arti; non sono mai interessate le mucose; a volte possono essere presenti prurito in genere modesto e malessere, oltre ai sintomi determinati dall’infezione virale sottostante.
La durata della malattia è in genere di tre/quattro settimane, con risoluzione spontanea e esito in lieve desquamazione ed eventuale iperpigmentazione cutanea residua. La malattia è rara prima del primo anno di vita e dopo la pubertà.
Può causare complicazioni:    Generalmente no.
Come curarlo?   Non richiede generalmente alcun trattamento, a parte l’eventuale terapia sintomatica del prurito e la terapia topica delle lesioni.

 

Non va inoltre dimenticato che spesso in età pediatrica forme virali a carico dell’apparato respiratorio e/o gastroenterico possono associarsi ad un esantema cosiddetto “aspecifico”: tale manifestazione non deve allarmare, anzi avvalora la diagnosi clinica di natura virale della malattia in corso e quindi la non necessità di un trattamento antibiotico.

Ricordiamo infine che mentre in un recente passato quasi ogni bambino in età prescolare o scolare contraeva la maggior parte delle principali malattie esantematiche, il cui decorso, pur essendo generalmente benigno, era piuttosto lungo e fastidioso, da ormai alcuni anni molte di queste malattie possono essere prevenute grazie alla somministrazione di vaccini specifici (http://www.salute.gov.it).

Filippo Porcelli, Direttore Unità di Neonatologia, Ospedale San Giuseppe

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