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Blog – Gruppo MultiMedica

L’amore spacca cuore, ovvero la Sindrome Tako-Tsubo

Amore e cuore, un binomio che da sempre il sentimento popolare considera inscindibile. Amore che attraverso la mediazione dell’emozione governata dal cervello e dal sistema nervoso “scarica” sul cuore i propri effetti. Il sentimento che nasce ci fa letteralmente palpitare (e con noi il nostro cuore).
Ma può lo stress emotivo provocare effetti sul cuore indipendentemente dallo stato di salute o di malattia del cuore stesso? E a questi effetti sono più esposti gli uomini o le donne?

Il nome comune è Sindrome da crepacuore o da cuore spezzato. Colpisce prevalentemente le donne ed è frequentemente associata a uno stress emotivo estremo. Il cuore, però, non si spezza, anzi si tratta di una forma che, nella maggior parte dei casi, permette un recupero progressivo della funzione di pompa del ventricolo sinistro.
Si presenta come un infarto miocardico, ma non lo è. I pazienti, soprattutto donne dicevamo, possono arrivare in Pronto Soccorso con i caratteristici sintomi dell’infarto: dolore acuto al petto, un elettrocardiogramma con alterazioni apparentemente tipiche associate a rilascio di enzimi di necrosi miocardica. Ma la coronarografia eseguita in emergenza non dimostra lesioni a carico delle arterie coronarie.

Più in dettaglio, la Sindrome Tako-tsubo o Cardiomiopatia da stress, questi i termini scientifici, è una entità clinica caratterizzata da una disfunzione del ventricolo sinistro, di solito transitoria, che si manifesta con sintomi che possono simulare una sindrome coronarica acuta: dolore toracico, dispnea, alterazioni elettrocardiografiche e alterazioni degli enzimi di necrosi miocardica.
La Sindrome fu descritta per la prima volta in Giappone nel 1991. Caratteristica di questa forma è un transitorio aspetto sferico dell’apice ventricolare sinistro, verosimilmente dovuta a stimoli di origine neurogena, originati da prolungati stress fisici o emotivi: il ventricolo sinistro assume la forma di un cestello (tsubo) usato dai pescatori giapponesi per la pesca del polpo (tako), di qui il nome.
La Sindrome Tako-Tsubo è un evento abbastanza raro: l’incidenza nella popolazione generale è di 1:36.000 e la diagnosi riguarda solo l’1% circa dei pazienti sottoposti a coronarografia per un quadro clinico da sospetto infarto del miocardio. Questa rara forma di patologia cardiaca colpisce prevalentemente donne, in particolare dopo la menopausa, con un rapporto maschi/femmine di circa 1:3.

La fisiopatologia della malattia non è ancora completamente chiarita, anche se appare determinante il danno acuto della funzione di pompa del ventricolo sinistro legato ad un significativo rilascio di catecolamine mediato dal sistema nervoso simpatico. Questo meccanismo spiegherebbe la sequenza stress emotivo-sintomi che è possibile riscontrare in molti casi.
La frequente insorgenza della sindrome in donne dopo la menopausa ha portato ad ipotizzare un ruolo importante nella eziopatogenesi del calo di estrogeni, con conseguente danno endoteliale del microcircolo coronarico, soprattutto a carico dei vasi subepicardici.
L’ipotesi è quindi che l’iperattività del sistema nervoso simpatico contribuisca a una disfunzione microvascolare di per sé favorita dallo stato ormonale post-menopausa, predisponendo a una minore riserva perfusoria del miocardio in caso di stress.

La sindrome si manifesta, come si è accennato, con un tipico dolore anginoso, spesso prolungato, che può insorgere durante uno sforzo o, nel 40% dei casi, anche a riposo.
La diagnosi è delicata, deve essere sospettata soprattutto nei casi che rientrino nel profilo tipico (donne-menopausa-stress emotivo), escludendo anzitutto ogni altra causa maggiore di dolore toracico come infarto miocardico acuto, pericardite, miocardite, dissecazione aortica.

Il trattamento consiste nel riposo e nella terapia cardiologica di supporto, basata sulla somministrazione di beta-bloccanti, ACE-inibitori e diuretici, quando indicato. Il recupero è spontaneo e la normale funzione miocardica si ripristina, generalmente, nel giro di qualche settimana.

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