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Blog – Gruppo MultiMedica

Lesioni cutanee a lenta guarigione

Il termine latino vulnus significa “ferita”, la Vulnologia è dunque quella branca della Medicina che si occupa delle ferite. In particolare si occupa di quelle lesioni della cute che hanno una guarigione molto lenta, le cosiddette “ferite difficili” o “ulcere cutanee croniche”.

Ma cosa si intende per ulcera cutanea? L’ulcera è una piaga che interessa via via sempre più profondamente i vari strati della cute, soprattutto degli arti inferiori, fino ad arrivare a interessare anche i muscoli. Sono lesioni che hanno una scarsissima tendenza alla guarigione, spesso sono molto dolorose ed hanno la propensione a recidivare. Si localizzano più frequentemente negli arti inferiori per vari motivi: gli arti inferiori sono più soggetti ad alterazioni del sistema circolatorio; le gambe possono essere interessate da traumi; il piede è interessato negli anziani da deformazioni dovute all’artrosi; infine, lo scarso spessore della cute nel segmento distale della gamba è un terreno che favorisce la comparsa delle lesioni.
E’ un problema complesso, misconosciuto ai più e spesso sottovalutato, occorre dunque affrontarlo in modo corretto, in ottica multi-disciplinare, prendendo in considerazione innanzitutto le cause che hanno portato alla formazione della lesione, sulla base delle quali andrà definito il più appropriato percorso terapeutico. Recentemente si sono resi disponibili nuovi prodotti terapeutici ad elevato contenuto tecnologico (medicazioni avanzate e biologiche) la cui adozione all’interno della pratica clinica deve essere sottoposta ad un’attenta analisi guidata da principi di evidenza medica, uno strumento fondamentale per orientare le scelte dei sanitari nel trattamento e nell’individuazione delle risorse in un’ottica di rischio-beneficio.

La formazione di una lesione cronica ulcerata della cute può derivare da diversi fattori e numerose sono le cause che possono ritardare ed ostacolarne la guarigione. Nel trattamento di queste lesioni è fondamentale l’identificazione e la correzione dei fattori che impediscono la normale evoluzione del processo ripartivo e solo questo può garantire il successo terapeutico. Per quanto riguarda la genesi circa il 80% delle lesioni ulcerative croniche cutanee è costituito da ulcere da pressione (dette anche ulcere da decubito), ulcere venose e ulcere del piede nel soggetto diabetico. L’altro 20% comprende ulcere da malattie immunologiche, dermatologiche, neurologiche, da neoplasie.

Per un quadro di sintesi:

  • Ulcere da pressione (o da decubito)

L’incidenza delle lesioni da pressione, o da decubito, è andata aumentando negli ultimi anni a seguito dell’aumento della popolazione anziana e con patologie cronico-disabilitanti. In questo caso è importante da un lato prevenire e trattare i fattori che ne favoriscono la formazione (malnutrizione, anemia, diabete, incontinenza urinaria e/o fecale), dall’altro evitare i fattori meccanici che agiscono localmente sulla cute (la posizione obbligata per ore, lo stiramento e lo sfregamento della cute).

  • Ulcere venose

Le ulcere venose costituiscono il 70-80% delle ulcere da cause vascolari e si presentano più frequentemente dopo i 60 anni e nel sesso femminile. Sono dovute alla iperpressione sanguigna che si forma in vene varicose e molto dilatate.

  • Diabete mellito

Il diabete provoca alterazioni dei vasi sanguigni, maggiore suscettibilità alle infezioni della pelle, stato infiammatorio cronico: tutti fattori di rischio per la formazione di ulcere. Tra le infezioni più temute e invalidanti, il cosiddetto “piede diabetico” che colpisce circa il 25% dei pazienti diabetici.

  • Ulcere arteriose

Sono lesioni che compaiono generalmente in soggetti anziani, per lo più maschi, che presentano un deficit della circolazione arteriosa agli arti inferiori. La causa generalmente è l’alterazione del colesterolo o il fumo di sigaretta. Entrambi questi fattori causano un restringimento delle arterie associato a uno stato infiammatorio cronico che causa una diminuzione del flusso di sangue agli arti inferiori

Al fine di migliorare e rendere efficace la cura del paziente affetto da ulcere croniche di difficile guarigione è di fondamentale importanza lo sviluppo di centri specializzati proprio in Vulnologia, come quello presente nel nostro ospedale di Castellanza.
Alla prima visita si deve cercare di dare un corretto inquadramento del paziente, per identificare le cause scatenanti ed il trattamento delle stesse. Non ci si deve infatti limitare a trattamenti con medicazioni locali ma si deve capire ciò che ha provocato la lesione per poterla trattare in modo appropriato. Per cui potrebbero essere necessari esami strumentali come l’ecografia-doppler, per studiare il circolo arterioso e venoso, oppure esami ematici per vedere la glicemia e le sue variazioni nel corso della giornata. Potrebbe essere necessario modificare una terapia già in atto o iniziare una terapia nuova. Non meno importante è però il trattamento locale della lesione con l’impiego di prodotti ad hoc a seconda delle caratteristiche, delle dimensioni, della profondità delle lesioni. Ad esempio, il trattamento locale di una lesione con una forte secrezione o di una lesione secca andrà effettuato con prodotti completamente diversi: nel primo caso si utilizzeranno prodotti con elevata capacità assorbente, nel secondo medicazioni in grado di rendere soffice la lesione. In ogni caso lo scopo è di creare un micro ambiente locale che promuova e faciliti la guarigione della ferita. Allo stesso modo un’ulcera venosa avrà bisogno di un bendaggio elasto-compressivo che invece sarebbe devastante in caso di un’ulcera arteriosa.

Ecco perché, nel trattamento delle lesioni cutanee, è fondamentale un approccio multidisciplinare medico-infermieristico in modo da affrontare il problema da diversi punti di vista e con competenze specialistiche eterogenee (chirurgia vascolare, chirurgia generale, chirurgia plastica, dermatologia, diabetologia, medicina interna, chirurgia della mano e del piede). Quindi, nel trattamento delle ulcere e feriti difficili è solo il lavoro di squadra che può fare la differenza tra un trattamento più o meno efficace e duraturo nel tempo.

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