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Blog – Gruppo MultiMedica

Mangia, prega, ama: iniziamo il nuovo anno con ottimismo

Il Cilento è una della regioni Italiane con il più alto tasso di individui ultranovantenni. Nel solo paese di Sessa Cilento, che consta di appena 1324 abitanti, vivono ben 32 super anziani, 24 dei quali donne, che hanno superato la nona decade, in pratica 1 su 41!

Un vero e proprio record. Ma cosa influenza positivamente le aspettative di vita di questi fortunati? Un nuovo studio pubblicato su International Psychogeriatrics ha arruolato 29 soggetti nonagenari e centenari di vari paesi del Cilento che sono stati sottoposti a valutazione dello stato fisico e mentale in modo quantitativo e qualitativo. In particolare sono stati analizzati il grado di resilienza, e l’orientamento ottimista alla vita, cosi come la percezione dello stress, di stati di ansia e di depressione.

Il tutto tramite procedure standardizzate e approvate dalla comunità scientifica. In parallelo, sono stati sottoposti alle stesse valutazioni anche e i loro familiari di mezza età per capire, a parità di stile di vita, quali fossero le determinati della longevità. Sorprendentemente a dispetto di un stato fisico gravato dalla vecchiaia, I soggetti longevi hanno riportato dei punteggi più alti per quanto riguardava la valutazione quantitativa dello stato di salute mentale. A livello qualitativo poi sono emersi come rilevanti tra nell’intera popolazione attitudini mentali positive come maggiore resilienza, ottimismo, valorizzazione dei lavori gravosi e impegnativi e un legame forte alla propria famiglia e alla religione. Questi aspetti appaiono tutt’altro che trascurabili come confermato anche dal prof. Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e oggi divulgatore scientifico, circa i benefici dell’alimentazione e del benessere mentale e spirituale sulla longevità. Tuttavia dallo studio sui cilentani sono emerse nuova caratteristiche che potrebbero influenzare la longevità di questa popolazione ovvero la fermezza (o testardaggine) che permette di mantenere il loro ruolo sociale e quindi sentirsi parte attiva della famiglia e l’attaccamento alla propria terra.

Tutto ciò contribuirebbe a dare un maggiore senso alla vita e favorire quella serenità che fa vivere a lungo.

La via per la longevità passa dunque attraverso il raggiungimento di un equilibrio globale che è si fisico, ma anche psico-sociale e spirituale. Per cui il nostro consiglio, prendendo in prestito le parole della scrittrice Elizabeth Gilbert, è: mangia, prega, ama!

 

Con il contributo di:

 

Rosa Vono, Ricercatrice Laboratorio di Ricerca Cardiovascolare Gruppo MultiMedica,
Progetto Cariplo “Il midollo osseo come organo chiave nella fragilità dell'anziano

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