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La Propriocezione

La propriocezione o cinestesia è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo e di ogni sua porzione nello spazio nonchè il livello di contrazione dei propri gruppi muscolari, a prescindere dal supporto visivo. E’ equiparata ad un “sesto senso” in quanto attivata dalla stimolazione di specifici recettori, detti propriocettori o recettori cinestetici, diffusamente localizzati nell’organismo, che inviano impulsi in particolari distretti cerebrali atti alla visualizzazione “interiore” del proprio corpo nello spazio. La propriocezione assume una fondamentale importanza nel complesso meccanismo di controllo del movimento; da ciò si intuisce il suo utilizzo in ambito fisioterapico per il recupero di determinati schemi motori. I recettori propriocettivi (fusi neuromuscolari, organi tendinei di Golgi, corpuscoli di Pacini e Ruffini) sono ben rappresentati lungo tutto l’arto superiore e la loro attivazione permette di svolgere fisiologicamente le varie attività manuali e lavorative della vita quotidiana. È chiaro come, in seguito ad un trauma grave di mano o microtraumi ripetuti legati all’attività lavorativa o sportiva, come anche successivamente ad un intervento chirurgico di polso, possa risultare alterata la geometria delle articolazioni e conseguentemente i rapporti anatomici dei diversi gruppi muscolari, scaturendo una disfunzione di tale complesso recettoriale. L’alterazione dei meccanismi propriocettivi porta ad un difetto di “lettura” dello spazio che ci circonda da parte dei recettori, comportando la comparsa di meccanismi di compenso patologici e un dirottamento dell’asse di movimento di un’articolazione con sovraccarico di alcune sue porzioni, con conseguente sintomatologia algica e alla lunga fenomeni degenerativi. Il ripristino del controllo neuromuscolare rappresenta un elemento importante nella riabilitazione delle patologie a carico del polso; compito del chirurgico di polso e del fisioterapista esperto di mano è quello di individuare e correggere questi meccanismo di compenso disfunzionali, ripristinando un corretto schema di movimento e pertanto risolvendo la problematica dolorosa cronica che affligge il paziente