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Centri d’Eccellenza – Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche

La Tiroide

Le malattie tiroidee derivano da disfunzioni della ghiandola tiroide, una ghiandola endocrina posta alla base del collo che produce l’ormone tiroideo, sotto forma di tirosina (T4) e triiodotironina (T3).
Gli ormoni tiroidei regolano numerose funzioni del metabolismo, tra cui la lipolisi a livello del tessuto adiposo, la sintesi proteica e la produzione di glucosio a partire dal glicogeno epatico, nonché lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l’accrescimento corporeo (1, 2).
La produzione di una adeguata quantità di ormoni tiroidei è quindi indispensabile al normale accrescimento corporeo e allo sviluppo e alla maturazione dei vari apparati.
La corretta funzione della ghiandola tiroidea è garantita da un adeguato apporto nutrizionale di iodio. Lo iodio, sotto forma di ioduro, viene assorbito dalla tiroide e combinato chimicamente con l’aminoacido tirosina per sintetizzare l’ormone tiroideo.
L’apporto giornaliero di iodio necessario è stimato in 150 ug/giorno. Tuttavia, la presenza di questo elemento negli alimenti e nelle acque è molto variabile e spesso troppo scarsa rispetto ai fabbisogni umani.

La carenza di iodio, uno dei più gravi problemi di salute pubblica secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si traduce in diverse patologie, più o meno gravi a seconda dell’età e del sesso, come l’iper (ipertiroidismo) o l’ipoproduzione di ormone tiroideo (ipotiroidismo) da parte della ghiandola, o il gozzo uni o plurinodulare (3).
L’ipotiroidismo è una condizione che si caratterizza per la presenza di bradicardia, dispnea da sforzo o apnee notturne spesso associati ad astenia e costipazione, pelle pallida, fredda e disidratata, stipsi, sino alla comparsa nelle giovani donne di irregolarità del ciclo mestruale (4).
L’ipotiroidismo è frequentemente causato da tiroiditi su base autoimmune, da farmaci o da carenza iodica.
L’ipertiroidismo si manifesta invece con segni e sintomi diametralmente opposti a quelli dell’ipotiroidismo: nello specifico le persone che ne risultano affette lamentano tachicardia, sudorazione profusa, cute calda, calo ponderale che spesso si associa a diarrea. La causa più comune di ipertiroidismo è la malattia di Graves (GD), seguita dal gozzo nodulare tossico (TMNG), la cui prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età, specialmente nelle regioni di carenza iodica (5).
Una carenza di ormone tiroideo durante la vita fetale determina gravi conseguenze sullo sviluppo intellettivo configurando ritardo mentale, sordomutismo e paralisi spastica (ipotiroidismo in gravidanza).

Il fabbisogno di iodio è quindi particolarmente elevato per le donne in gravidanza e per i bambini.
La carenza di iodio è causa di un incremento cronico dei valori di TSH (ormone ipofisario che regola la sintesi degli ormoni tiroidei), che a sua volta induce una iperplasia ed ipertrofia della ghiandola tiroidea che si traduce nella comparsa del gozzo tiroideo.
Nell’ambito del gozzo tiroideo è possibile talvolta riscontrare lesioni nodulari che, a seconda della loro capacità di sintetizzare ormoni tiroidei, vengono distinti in noduli caldi o freddi. Questi ultimi più frequentemente si associano ad un’aumentata incidenza di tumori maligni tiroidei (6, 7).
È necessario, per una prevenzione delle patologie tiroidee, che l’assunzione quotidiana di iodio con l’alimentazione venga integrata. L’utilizzo di sale iodato consente di coprire il fabbisogno giornaliero fornendo 30 μg di iodio per grammo di sale. L’OMS raccomanda di mantenere il consumo giornaliero di sale sui 3-5 g per il rischio di malattie cardiovascolari (8).

Per ridurre tuttavia il rischio di insorgenza di malattie tiroidee, oltre alla iodio-profilassi, è fondamentale il ruolo dell’endocrinologo. Presso gli ambulatori di Endocrinologia dell’Ospedale MultiMedica è possibile eseguire una visita specialistica con l’endocrinologo, che si avvale inoltre della collaborazione di un’équipe multidisciplinare (radiologo, medico nucleare, chirurgo ORL) al fine di identificare e curare precocemente le principali alterazioni tiroidee.
È possibile effettuare, presso i nostri laboratori, prelievi ematici in tempi rapidi, così da identificare condizioni di distiroidismo meritevoli di trattamento. Nel nostro Centro è inoltre possibile non solo eseguire esami bioumorali, ma anche effettuare indagini strumentali quali ecografia del collo, scintigrafia tiroidea ed agoaspirato (FNAB) eco-assistito, con la possibilità di consultare i referti citologici direttamente on-line, così da accorciare le tempistiche qualora si rendesse necessario intervenire mediante un approccio chirurgico di tiroidectomia.
L’ecografia tiroidea è consigliata in tutti i pazienti con gozzo o noduli tiroidei palpabili per valutare le dimensioni e la morfologia della ghiandola e la possibile coesistenza di lesioni non palpabili, evidenziare fenomeni flogistici o caratteri suggestivi di alterata funzione tiroidea, documentare caratteri ecografici suggestivi di malignità e selezionare i noduli da sottoporre a FNAB nell’ambito di gozzi plurinodulari, infine controllare la variazione delle dimensioni della tiroide o delle sue lesioni nel corso del follow-up (9).
Lo studio ecografico del collo è inoltre necessario nei pazienti con indicazione alla tiroidectomia o al trattamento con radioiodio. Nei casi di indicazione chirurgica per sospetto di malignità, l’ecografia fornisce importanti informazioni sulle dimensioni della lesione, l’eventuale crescita extra-capsulare, la multifocalità/bilateralità delle lesioni e la presenza di adenopatie secondarie. Tali dati sono essenziali per una corretta pianificazione dell’intervento di tiroidectomia da parte dei nostri chirurghi otorinolaringoiatri.
Bibliografia:

  1. Molina P. Fisiologia Endocrina. Lange Physiology Series. McGraw-Hill, 2004: 84-8.)
  2. Yen PM. Physiological and Molecular Basis of Thyroid Hormone Action. Physiol Rev 2001, 81: 1097-142.
  3. https://www.epicentro.iss.it/
  4. Brent GA, Reed-Larsen P, Davies TF. Hypothyroidism and thyroiditis. In: Williams Textbook of Endocrinology, Kronenberg, HM et al Eds, Philadelphia: Saunders, Elsevier 2008: 377–409
  5. Ross DS, Burch HB, Cooper DS, et al. 2016 American Thyroid Association Guidelines for diagnosis and management of hyperthyroidism and other causes of thyrotoxicosis. Thyroid 2016, 26: 1343-421.
  6. www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/m/malattie-della-tiroide
  7. Gharib H, Papini E, Garber JR, et al, on behalf of the AACE/ACE/AME Task Force on Thyroid Nodules. American Association of Clinical Endocrinologists, American College of Endocrinology, and Associazione Medici Endocrinologi medical guidelines for clinical practice for the diagnosis and management of thyroid nodules. Endocr Pract 2016, 22 suppl 1: 1-60.
  8. Ramelli F, Studer H, Bruggisser D. Pathogenesis of thyroid nodules in multinodular goiter. Am J Pathol 1982, 109: 215
  9. Cooper DS, Doherty GM, et al. Revised American Thyroid Association management guidelines for patients with thyroid nodules and differentiated thyroid cancer. Thyroid 2009, 19: 1167.