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Blog – Gruppo MultiMedica

Chi non ha mai avuto mal di schiena scagli la prima pietra

A qualunque età e con qualsiasi stile di vita, donne e uomini, giovani o anziani, sedentari o sportivi, tutti, prima o poi, possiamo incorrere anche solo episodicamente, in un fastidioso mal di schiena, che si può manifestare in modi e momenti diversi e che se inizialmente sottovalutato, talvolta, può diventare ricorrente o addirittura costante. Si tratta comunque di un problema molto frequente nella popolazione, uno dei principali motivi di richiesta di consulto medico e tra le più comuni cause di assenza dal lavoro.

A tale proposito è bene sottolineare fin da ora che in presenza di dolore non acuto è bene rimanere attivi e se possibile non lasciare il lavoro, ma piuttosto alleggerire la propria attività: il riposo assoluto non è indicato ma rischia di debilitare ulteriormente. Fatta questa dovuta premessa, va precisato che quello che comunemente si identifica come “mal di schiena” è più correttamente definito “dorsalgia”, se interessa il tratto dorsale, cioè la zona più centrale della colonna, ma molto più frequente è la “lombalgia”, che si localizza al tratto più basso della colonna.

Bisogna tuttavia sottolineare che questa situazione di dolore è solo un sintomo cioè l’espressione di svariate cause, dovute per lo più ad anomalie della curvatura della colonna vertebrale. Alla base, talvolta, possono esserci patologie acute o croniche. Si possono inoltre presentare solo in particolari condizioni fisiche, per esempio in gravidanza. Nella forma più acuta si presenta col cosiddetto “colpo della strega”, come conseguenza di un disallineamento delle faccette articolari lombari spesso in seguito ad un brusco movimento di rotazione.

In gran parte dei casi è la conseguenza di un quadro disfunzionale di tipo cronico della colonna vertebrale, legato ad alterazioni posturali, ad un eccesso di peso, oppure può comparire in seguito ad un crollo vertebrale spontaneo (per esempio da osteoporosi) o per una frattura vertebrale provocata da un trauma. Molto spesso, in età più avanzata, si tratta di una lombalgia cronica da artrosi (una degenerazione che coinvolge la cartilagine e conseguenti alterazioni che comportano uno scompenso del normale carico e del movimento corretto, provocando una condizione dolorosa). Tuttavia anche se nella maggior parte dei casi si associa la lombalgia a problematiche relative alla colonna vertebrale , può succedere che anche patologie non propriamente della colonna, ma che riguardano organi interni, si manifestino con dolori alla schiena. Per questo motivo è fondamentale che la condizione venga sempre inquadrata in modo adeguato dallo specialista .

Fra i sintomi della lombalgia figurano rigidità e dolore ai movimenti della schiena, talvolta anche irradiazione del dolore anteriormente, ovvero pseudo-addominale, e agli arti inferiori con debolezza muscolare e/o formicolii o riduzione della sensibilità. Di fronte a questi sintomi il medico specialista cui rivolgersi è il fisiatra, che, dopo un’attenta anamnesi (per esempio è molto importante valutare la tipologia del dolore e la correlazione con la posizione , il carico e i movimenti o il riposo) procederà ad un successivo esame obiettivo del paziente e quindi deciderà, in base alla situazione, se richiedere degli esami diagnostici strumentali di approfondimento (Rx, TAC, RMN) o ulteriori visite (ortopedica, neurologica, neurochirurgica) .

Nel frattempo se il dolore e la limitazione causati dalla lombalgia sono importanti il medico può proporre una terapia farmacologica: farmaci antidolorifici o antinfiammatori (FANS) per controllare il dolore e lo stato infiammatorio . Inoltre se sono presenti anche contratture muscolari paraspinali si può ricorrere a farmaci miorilassanti

Una volta fatta la diagnosi e, se necessario, prescritta la terapia farmacologica, il fisiatra imposta il percorso riabilitativo più idoneo ad ogni paziente, avvalendosi di ulteriori figure professionali all’interno di un team multidisciplinare (fisioterapista, osteopata, massoterapista) che si occupa della rieducazione funzionale della disabilità motoria utilizzando varie tecniche per raggiungere l’obiettivo di recupero stabilito dal medico:

  • terapie fisiche (Laser, Ultrasuoni, TENS, Tecarterapia) allo scopo di diminuire la sintomatologia infiammatoria e dolorosa;
  • massoterapia per ridurre le contratture muscolari;
  • chinesiterapia che si basa su esercizi terapeutici strutturati per recuperare la mobilità della colonna e rinforzare la muscolatura, oltre che rieducare il paziente all’automonitoraggio, all’assunzione di posture corrette e di uno stile di vita adeguato allo scopo di evitare, per quanto possibile, il ripresentarsi della sintomatologia dolorosa.

Identificata la causa della lombalgia e impostato il trattamento riabilitativo adeguato, la possibilità di risolvere il problema è sempre elevata (il 70% dei pazienti migliora dopo le prime due settimane di trattamento).

Una volta risolto l’episodio di lombalgia è fondamentale però mantenere il risultato raggiunto con i trattamenti e spesso sono sufficienti alcune regole-base per tenere alla larga il dolore:

  • evitare l’eccesso di peso: con un alimentazione sana e variata: i chili di troppo possono aumentare la tensione e la sollecitazione di muscoli e legamenti che si trovano nella zona lombare, per compensare questi squilibri la colonna vertebrale rischia di assumere curvature anomale;
  • praticare attività fisica regolare ed adeguata: lo sport è un toccasana per la salute della schiena ma va scelto accuratamente in base alle condizioni fisiche e all’età;
  • controllare gli atteggiamenti posturali: evitare di trascorrere ore seduti curvi alla scrivania e di trasportare pesi in maniera scorretta o di inarcare la schiena stando a lungo in piedi. Abituiamoci a prestare attenzione alla posizione che teniamo e a sgranchirci ogni tanto perché gli atteggiamenti errati alla lunga potrebbero costarci cari in termini di benessere;
  • mantenere un adeguato ritmo sonno-veglia: le persone che dormono poco e male sono più facilmente soggette a dolori cronici.

Dr.ssa Isabella Faccenda, Dipartimento di Riabilitazione Specialistica, Gruppo MultiMedica

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