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Blog – Gruppo MultiMedica

Calma! Questa è un emergenza

Negli ultimi anni gli accessi ai PS di tutti gli ospedali sono aumentati sensibilmente e costantemente.
Il vantaggio che offre il PS è quello di avere un medico per tutte le 24h, il quale ha la possibilità di eseguire esami ed ottenere i relativi risultati in tempo reale.
Se dal punto di vista del paziente tutto ciò è altamente rassicurante ed evita lunghe attese per avere l’appuntamento per eseguire gli stessi accertamenti, d’altra parte provoca un ingorgo del servizio che dovrebbe essere destinato solo ai casi urgenti.
Di fatto, per meglio organizzare il flusso di persone che varcano la soglia del pronto soccorso, si è ideato un processo decisionale che consente di dividere i pazienti in arrivo in base al livello di gravità che la loro condizione clinica presenta.

Il triage

Tale processo, che prende il nome di “triage” (dal francese trier = scegliere, decidere), viene eseguito in modo uniforme per tutti gli ospedali dagli infermieri dell’equipe che vengono specificatamente formati affinchè la loro capacità di giudizio sia la più corretta ed uniforme possibile e la loro decisione riguardo alla gravità del quadro clinico rispecchi realmente le necessità immediate di ogni paziente.
La valutazione standard si basa sulla storia clinica passata, sui sintomi, sui valori dei parametri al momento dell’ingresso (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, concentrazione di ossigeno nel sangue, tasso di glicemia, intensità del dolore) e sul possibile rischio di gravità rispetto alla sede dove un eventuale sintomo si presenta (è ovvio che un dolore al torace è potenzialmente più grave di un dolore ad un orecchio, anche se il secondo può essere molto più forte !!!)

I codici colore

Ttriage

Il medico di guardia in PS visita i pazienti in base alla priorità che l’infermiere ha attribuito loro in triage.
Per fare maglio risaltare la scala di gravità presente in PS si è convenuto di attribuire a ciascun malato un codice colore che individui esattamente il grado di rischio della sua condizione al momento dell’entrata in pronto soccorso.

  • Per convenzione si attribuisce un CODICE ROSSO al paziente che arrivi in imminente pericolo di vita: tale paziente passa direttamente dal triage alla sala visita.
  • Si attribuisce un CODICE GIALLO al paziente che è potenzialmente in pericolo di vita: tale paziente viene valutato entro 20 minuti dalla conclusione del triage.
  • Si attribuisce un CODICE VERDE al paziente che non è in pericolo di vita ma che potrebbe necessitare, comunque, delle cure mediche in PS.
    Per tali pazienti la valutazione è prevista in 60 – 90 minuti ma può essere procastinata in caso di arrivo di codici di maggiore gravità.
  • Si attribuisce un CODICE BIANCO al paziente che giunge in PS con qualsiasi problema che poteva essere affrontato con il medico di famiglia.

A parità di codice tra più pazienti si assegna la priorità di visita a chi fa parte di categorie “protette” (anziani, bambini, gravide) o, in caso di situazioni equivalenti, e solo in quel caso, all’ordine di arrivo.
Il triage, che a prima vista può sembrare un processo concepito in modo rigido e schematico è, invece, un processo dinamico nel quale la decisione iniziale può essere variata in qualsiasi momento sulla base dell’evoluzione che può modificare un quadro clinico.
Da parte del paziente può risultare difficile comprendere come ciò che percepisce come un disagio o un sintomo importante venga inquadrato con un codice di gravità minore ma, ovviamente, l’attribuzione del codice deve prescindere da valutazioni soggettive e basarsi esclusivamente su dati oggettivi.

Conclusioni

Il triage e l’attribuzione del codice di priorità non deve essere vista come una semplice catalogazione dei pazienti presenti in pronto soccorso; tale operazione, non priva di rischi per l’operatore incaricato di volta in volta di sostenerla è la base da cui non si può prescindere per organizzare un PS efficace ed in grado di gestire qualsiasi flusso di pazienti sia in arrivo.
E’ preciso compito dell’infermiere indagare al meglio sulla persona che si trova di fronte e di cui non conosce alcun dato clinico ed è preciso compito del paziente collaborare nel fornire tutte le indicazioni richieste con la massima precisione anche se, in quel momento, quando si teme per la propria salute, pare inutile ed eccessivo qualsiasi uso delle parole.
Solo con la perfetta interazione tra infermiere di triage e paziente (o con la famiglia di questo qualora non sia in grado di collaborare) si potrà avere un quadro il più reale possibile di quanto ed in che modo il PS possa essere utile in quella situazione.

Se al triage il codice di priorità assegnato risulta basso è dovere del paziente accettare la decisione di una persona esperta in tale processo e, conseguentemente, accettare la possibilità che la permanenza in pronto soccorso possa essere prolungata in modo assolutamente indeterminabile.
Il pronto soccorso è aperto a tutti ma il suo preciso e principale dovere è riconoscere e trattare le urgenze sanitarie, ovvero quelle situazioni in cui la vita del paziente è realmente o potenzialmente in pericolo.

Un Pronto Soccorso può sembrare un luogo dove il caos regna sovrano – afferma il dr. Bordonali, direttore del PS dell’Ospedale San Giuseppeal contrario è un luogo dove tutto è rigidamente assoggettato a protocolli internazionali che aiutano gli infermieri ed i medici nel loro processo decisionale. Il triage è la base di partenza per tutte le scelte che il medico farà nel periodo in cui il paziente resta in PS. Il tipo di accertamenti cui il paziente viene sottoposto saranno direttamente correlati al grado di gravità riscontrato al triage e confermato dalla visita medica. Un pronto soccorso efficiente è quello in cui il colore assegnato in triage guida il medico in modo corretto nel suo operato e gli consente di poter determinare in ogni momento quali pazienti deve visitare in priorità. L’ordine di arrivo in pronto soccorso non è un parametro da tenere in considerazione: mille fattori legati alla logistica, all’organizzazione interna, alle condizioni di ciascuna delle persone che sono state accettate possono fare “slittare” il turno di visita. Le lunghe attese a cui spesso si deve sottostare hanno un ben preciso significato: il motivo per cui si è venuti in PS, anche se a giudizio del paziente è più che valido, non riveste un carattere di urgenza.”

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