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Blog – Gruppo MultiMedica

Cinque consigli per prevenire e combattere l’artrosi del ginocchio

L’osteoartrosi (OA) è una delle forme più comuni di disturbi muscoloscheletrici ed il suo lento sviluppo nell’arco di 10-15 anni interferisce con le attività della vita quotidiana e la capacità di lavorare.
Clinicamente l’OA è caratterizzata da dolore e crepitio articolare, rigidità dopo l’immobilità e limitazione progressiva del movimento che conducono nelle fasi più avanzate alla perdita della funzione articolare.
L’OA può svilupparsi in qualsiasi articolazione, ma più comunemente colpisce ginocchia, anche, mani, colonna e piedi. L’OA dell’anca e del ginocchio sono responsabili di un grave carico di malattia e, se considerate insieme, sono classificate al numero 11 delle 291 malattie elencate dall’OMS in base agli anni vissuti con disabilità.
Il coinvolgimento del ginocchio è secondo solo a quello delle mani e il rapporto femmine-maschi varia tra 1,5: 1 e 4: 1.

Quali sono i fattori di rischio dell’osteoartrosi?

Il rischio di sviluppare OA è determinato da fattori sia sistemici che locali.
Sono stati identificati diversi fattori sistemici quali l’età, il sesso, l’obesità, l’inattività e i fattori genetici; questi possono agire aumentando la suscettibilità delle articolazioni alle lesioni, danneggiando direttamente i tessuti articolari o compromettendo il processo di riparazione nel tessuto articolare danneggiato.
I fattori locali sono più comunemente di natura biomeccanica e influenzano negativamente le forze applicate all’articolazione; tra questi troviamo ancora l’obesità, la morfologia e l’allineamento articolare, la perdita di qualità muscolare e i traumi.

Prevenirla è possibile?

L’osteoartrosi è suscettibile di prevenzione e trattamento precoce. Sono necessarie strategie di prevenzione primaria e secondaria per prevenire l’aumento dei tassi di OA derivanti da una popolazione che invecchia. Le strategie sviluppate per l’OA del ginocchio potrebbero non essere trasferibili ad altre articolazioni, a causa di differenze anatomiche e di altro tipo. Le strategie di prevenzione primaria hanno lo scopo di prevenire l’insorgenza della malattia; la prevenzione secondaria comprende invece l’individuazione e il trattamento dei fattori di rischio per la progressione in soggetti già a rischio.

Di seguito, 5 elementi di prevenzione che mostrano risultati promettenti sia per l’intervento primario che per quello secondario.

1. Trattare l’obesità

I tassi di obesità stanno aumentando drammaticamente nella maggior parte delle aree del mondo sviluppato, con popolazioni che diventano sempre più abbienti e sedentarie. I più preoccupanti sono gli alti tassi di obesità infantile nei paesi industrializzati. Gli interventi per la riduzione del peso sono stati abbastanza inefficaci a livello di popolazione, sebbene l’evidenza suggerisca che una serie di strategie di successo sono disponibili a livello individuale. I risultati degli studi clinici hanno dimostrato la capacità di una serie di interventi di ridurre il peso a breve e medio termine e gli studi stanno ora affrontando il problema più difficile del mantenimento della perdita di peso per periodi di tempo più lunghi. Per coloro che associano alla dieta l’esercizio fisico, la percentuale di mantenimento della perdita di peso aumenta; un’altra strategia per il mantenimento del dimagrimento è la psicoterapia cognitivo comportamentale.

2. Prevenire le complicanze da traumi

L’intervento precoce, con un focus sulla prevenzione delle lesioni al ginocchio nei giovani adulti, ha un grande potenziale per ridurre il carico di OA del ginocchio. Tale prevenzione ridurrà il rischio di conseguenze per l’individuo per tutta la sua vita, in termini di sintomi, funzione e partecipazione al lavoro e alle attività ricreative. La grande maggioranza degli infortuni al ginocchio si verificano nello sport e sono più frequenti nelle donne che negli uomini. Sebbene i pazienti siano spesso classificati come aventi una lesione al legamento crociato anteriore (LCA), queste lesioni sono raramente isolate. Al contrario, si osservano quasi sempre lesioni concomitanti a menischi, cartilagine, ossa o altri legamenti. Circa il 50% delle persone che subiscono una lesione del legamento crociato anteriore sviluppa OA in 10-15 anni, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno subito un intervento di chirurgia ricostruttiva.
Un’analisi comprendente dati derivati da 27.000 individui ha scoperto che i programmi di allenamento neuromuscolare e propriocettivo hanno successo nel prevenire circa il 50% delle lesioni LCA. Questi programmi richiedono in genere 10-20 minuti per essere eseguiti e generalmente sostituiscono la normale sessione di riscaldamento prima della pratica sportiva 2-3 volte alla settimana. Inoltre, coinvolgono di solito anche l’educazione alla consapevolezza delle posizioni ad alto rischio. La terapia fisica neuromuscolare si basa su principi biomeccanici, prende di mira il sistema sensomotorio, stabilizza l’articolazione durante il movimento e migliora la fiducia del paziente nel ginocchio. Inoltre, come l’esercizio aerobico e l’allenamento della forza, fornisce anche un efficace sollievo dal dolore nei soggetti con OA consolidata.

3. Migliorare la qualità muscolare

La debolezza muscolare può essere un importante fattore di rischio per l’OA del ginocchio. Uomini e donne con preesistente evidenza radiografica di OA del ginocchio sono stati identificati come aventi quadricipiti più deboli rispetto a quelli senza OA, in particolare quando le articolazioni sono sintomatiche. Una conseguenza della debolezza del quadricipite è che il ginocchio diventa meno stabile durante l’attività fisica. Gli esercizi per i quadricipiti possono quindi offrire un vantaggio protettivo ai pazienti coinvolti in attività notoriamente associate ad un alto rischio di OA o in pazienti che hanno già subito traumi alle ginocchia. Una maggiore forza muscolare non è sempre protettiva, in quanto corrisponde a forze più elevate e quindi a un aumento del carico articolare durante l’attività. Nelle ginocchia sane, la forza muscolare del quadricipite protegge dalla nuova artrosi. Nelle ginocchia artritiche, una maggiore forza può proteggere le articolazioni e quindi ritardare la progressione dell’osteoartrosi; tuttavia in alcuni ambienti articolari, come nei mal allineamenti o lassità, una maggiore forza può tradursi in forze di reazione articolari dannose. La relazione tra la forza del quadricipite e la progressione dell’osteoartrosi del ginocchio può differire in base a questi fattori.

4. Sottoporsi a terapia farmacologica

L’osteoartrosi del ginocchio è caratterizzata da dolore articolare. Di conseguenza, nella pratica clinica, il paracetamolo e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono generalmente raccomandati. Tuttavia, a causa della loro tossicità vascolare e gastrointestinale, il rapporto rischio-beneficio di questi farmaci ad azione rapida potrebbe non essere favorevole, in particolare per le terapie a lungo termine e all’interno della popolazione che invecchia. Per tale motivo è diventato sempre più popolare il trattamento con iniezioni intra-articolari di corticosteroidi o acido ialuronico. Poiché dopo l’iniezione di corticosteroidi si verifica un assorbimento sistemico, ci si possono aspettare eventi avversi sistemici e si devono osservare precauzioni in pazienti con malattie concomitanti come ipertensione o diabete mellito. Per tale motivo, associatamente ad una maggiore efficacia, l’utilizzo di acido ialuronico è diventato via via più popolare, sia per la prevenzione che per il trattamento dell’OA del ginocchio.

5. Utilizzare tutori

Se la terapia fisica è considerata un approccio attivo che coinvolge il sistema sensomotorio, inclusi i muscoli, per migliorare la biomeccanica articolare sono disponibili anche approcci passivi. Più comunemente, sono state studiate ginocchiere e modifiche alle scarpe, usate da sole o in combinazione. Inoltre, in pazienti con OA del ginocchio accertata, sono stati testati tutori e plantari con cuneo. La loro combinazione, o il solo tutore, riduce il dolore e sposta in qualche modo il carico del ginocchio dal lato sano. Questo cambiamento nel carico o nello stress da contatto potrebbe ritardare o prevenire l’insorgenza di OA. Si tratta di strategie promettenti, ma la scarsa compliance è attualmente un problema, e sono necessari ulteriori sviluppi di dispositivi e studi clinici.

Per concludere, riassumiamo i punti chiave per la prevenzione e il trattamento dell’osteoartrosi del ginocchio:

  • L’obesità è un importante fattore di rischio per l’OA e la perdita di peso è efficace nel ridurre il rischio di OA, ma l’aderenza agli interventi è scarsa e dovrebbe essere affrontata con strategie personalizzate.
  • I programmi di allenamento neuromuscolare hanno successo nel prevenire il 50% delle lesioni al ginocchio, più frequenti durante lo sport, il che indica che è possibile la prevenzione primaria dell’OA del ginocchio.
  • Circa il 50% delle persone che subiscono una grave lesione al ginocchio, con o senza ricostruzione chirurgica, sviluppa OA del ginocchio e la prevenzione secondaria (terapia fisica neuromuscolare, esercizio aerobico e allenamento della forza) potrebbe essere preziosa.
  • Le infiltrazioni articolari, principalmente con acido ialuronico, sono efficaci sia nella prevenzione che nel trattamento dell’OA.
  • Gli interventi biomeccanici, come le ginocchiere e i plantari, si dimostrano promettenti nell’alterare lo stress da contatto e il contenuto della matrice cartilaginea, suggerendo modi per prevenire o ritardare l’OA.

Dr. Ugo Maria Borromeo, Direttore dell’Unità di Ortopedia, Ospedale MultiMedica Castellanza
Dr. Andrea Ferrario, Aiuto Responsabile, Unità di Ortopedia, Ospedale MultiMedica Castellanza

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