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Blog – Gruppo MultiMedica

La cultura del buon sonno per genitori e bambini

Il sonno rappresenta almeno un terzo della vita dell’uomo e riveste un ruolo cruciale nei processi d’apprendimento. Durante il sonno si verificano alcune fasi del processo di consolidamento della memoria.

Se nell’adulto il tempo dedicato al sonno costituisce quasi un terzo della giornata, nel bambino il tempo trascorso dormendo è ben superiore, tanto che nei primi mesi di vita il bambino può raggiungere le 20 ore di sonno. Almeno dal punto di vista quantitativo, il sonno sembra rivestire più importanza in età infantile che in quella adulta. Esso è regolato da cicli che si ripetono con una certa regolarità, la cui durata e struttura varia con l’età.

Il ciclo del sonno del bambino è molto più breve rispetto all’adulto. Nel neonato, esso è costituito da una prima fase di sonno attivo o sonno REM e da una seconda fase di sonno calmo o sonno non-REM. Nei primi mesi di vita, un ciclo completo dura circa 50 minuti ed il susseguirsi di 3-4 cicli permette un sonno di 3-4 ore consecutive. Nel neonato si susseguono invece 18-20 cicli di sonno, ripartiti nell’arco delle 24 ore.

Nei primi mesi di vita, le 3 fasi iniziali del sonno non-REM (4 stadi, dal facile risveglio al sonno profondo) non sono ancora ben definite e il neonato passa con facilità dallo stato di veglia a quello di sogno senza raggiungere lo stadio di sonno profondo e tranquillo.

Dopo il 3° mese, si iniziano invece ad individuare le fasi di addormentamento e di sonno più profondo. A 6 mesi, ciascun ciclo dura 70 minuti circa e i cicli cominciano a concentrarsi prevalentemente nelle ore notturne. A quest’età, il sonno non-REM inizia a differenziarsi in una fase di sonno leggero ed in una fase di sonno profondo. Gradualmente, i cicli si allungano fino ad arrivare nell’adulto a 90-120 minuti ciascuno e si ripetono 4-5 volte per notte per una durata complessiva di circa 8 ore.

Anche dal punto di vista della qualità, il sonno subisce notevoli variazioni: a partire dall’età neonatale, va sempre più riducendosi la quota di sonno REM, che passa dal 50% nei primi mesi di vita al 20% nell’adulto. A cambiare è l’organizzazione del ciclo del sonno: il neonato si addormenta nella fase REM, mentre l’adulto passa gradualmente dalla fase di veglia attraverso le fasi del sonno non-REM fino al sonno profondo (fase 1° fase 4°), con successiva risalita dal sonno profondo al sonno leggero (fase 4°  fase 1°), a cui segue il sonno REM.

Il sonno REM, o sonno attivo, è caratterizzato dalla comparsa di movimenti dei bulbi oculari rapidi e ben evidenti. Durante questa fase nel bambino si possono osservare, oltre che i caratteristici movimenti oculari rapidi, anche piccoli movimenti del viso o la comparsa di espressioni facciali di paura, sorpresa, gioia e grandi sorrisi, segni questi di un’attività cerebrale legata all’apprendimento delle emozioni e alla capacità di comunicarle. Possono esservi anche improvvisi sussulti.

È in questa fase che si sviluppa gran parte dell’attività onirica. Nel feto e nel neonato, inoltre, aumenta lo sviluppo delle funzioni cerebrali e avviene l’organizzazione delle esperienze, con conseguente formazione di mappe corticali e nuovi schemi operativi (sinaptogenesi). Da qui l’importanza e la preponderanza di questa fase del sonno nella vita fetale e neonatale. Nel sonno calmo o sonno non-REM, il bambino si muove poco e non vi sono espressioni del viso né movimenti oculari. Si possono invece osservare movimenti di suzione.

Il neonato solitamente dorme circa 16-18 ore ed il sonno è distribuito uniformemente durante le 24 ore. Esistono però già grandi differenze individuali: vi sono neonati che dormono 14 ore, altri che ne dormono fino a 20, alcuni iniziano a fare un sonno continuativo durante la notte, altri si svegliano ogni 60 minuti. A partire dal 4° mese, il bambino si adatta progressivamente ai ritmi esterni, iniziando a concentrare il sonno nelle ore notturne: si tratta di una tappa fondamentale nella sua vita. Se valutiamo lo sviluppo del sonno, vediamo che i principali cambiamenti avvengono proprio nei primi mesi di vita.

Tra il 1° ed il 6° mese, compare progressivamente un ritmo giorno-notte. Le ore di veglia inizialmente si distribuiscono nel tardo pomeriggio e nella sera. Il primo segno di una ritmicità circadiana è proprio la comparsa, al termine del primo mese di vita, di una lunga fase di veglia tra le 17 e le 22. Spesso viene identificata come veglia agitata e viene associata a fame o a dolori addominali (coliche). A partire dal 4° mese, il bambino inizia a dormire anche 6 ore continuative per notte e riesce a rimanere progressivamente sempre più sveglio durante il giorno. La quantità totale di sonno tra i 4 e i 6 mesi mediamente scende a 12-14 ore, prevalentemente distribuite nelle ore notturne.

Tra i 6 mesi ed i 4 anni, il tempo di sonno si riduce progressivamente fino a 10-12 ore, suddivise fra sonno notturno e riposi diurni, con un progressivo aumento della veglia. Ad 1 anno, il bambino dorme complessivamente 13 ore, mentre tra i 3 e i 4 anni dorme 12 ore. I sonnellini diurni passano da 3-4 nel lattante a 2 verso i 12 mesi, fino ad uno solo pomeridiano, più lungo, a partire dai 18 mesi. Intorno agli 8-9 mesi, si verifica spesso un aumento dei risvegli notturni, tra le 21 e le 24 e tra le 3 e le 6, che continua fino ai 2-3 anni; l’84% dei bambini si sveglia almeno una volta per notte. Questi risvegli notturni sono associati ad una sempre maggiore presa di coscienza del mondo che li circonda e allo sviluppo dell’ideazione fantastica, che comporta la comparsa di sogni e soprattutto di incubi (pavor nocturnus), che possono causare risvegli improvvisi. Questo periodo si associa inoltre ad una fase dello sviluppo del bambino caratterizzata dalla paura dell’estraneo, che corrisponde ad una forma di ansia da separazione dalla madre, ed è una normale fase evolutiva.

Riassumendo, il ritmo sonno-veglia del bambino nei primi mesi di vita è molto diverso da quello dell’adulto: il neonato non conosce la differenza tra il giorno e la notte e il suo ritmo sonno-veglia è regolato da bisogni come la fame e la sete, con risvegli ogni 3-4 ore. Un bambino, nei primi mesi di vita, richiede che gli adulti adattino i propri ritmi al suo. Dopo i primi 4 mesi, gradualmente il bambino si adatta ai ritmi dell’ambiente che lo circonda e in questa fase acquistano particolare importanza ritmi ed abitudini regolari.

Bisogna ricordare l’importanza di una corretta igiene del sonno a partire dai primi mesi di vita: i bambini sono abitudinari ed il buon sonno è una condizione che si apprende da subito. È inoltre di fondamentale importanza che un neogenitore conosca le caratteristiche del sonno del bambino per comprendere ed adattarsi ai suoi ritmi e per capire come e quando questi possono essere modificati e come e quando invece debbano essere rispettati.

Unità di Neonatologia, Ospedale San Giuseppe

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