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Blog – Gruppo MultiMedica

Difendersi dalla polmonite anche con una vaccinazione

Con l’inverno arrivano il freddo, i bruschi cambiamenti di clima e anche qualche brutta sorpresa come la polmonite, malattia non certo stagionale che però in questi mesi conosce un picco di incidenza. Ogni anno, solo in Italia, vengono ricoverate per polmonite quasi 150.000 persone e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nei prossimi anni assisteremo a un’ulteriore diffusione di queste forme infettive. Gran parte della responsabilità dell’incremento delle polmoniti è da ricondursi all’aumento dell’età media della popolazione e ai tanti pazienti portatori di malattie cronico-degenerative o in terapia con farmaci immunosoppressivi come il cortisone.

Diagnosi

La diagnosi di polmonite non è difficile da porsi, anche se talvolta la scarsa presenza di sintomi può trarre in inganno: per esempio si possono avere polmoniti senza o con poca febbre. Nella gran parte dei casi le cure sono a domicilio, solo nelle situazioni più gravi si rende necessario, su valutazione del medico, il ricovero in ospedale. Tutto ciò non deve però trarre in inganno, la polmonite è una patologia seria, da curare con attenzione e le cui complicanze possono essere molto difficili da gestire, meglio seguire bene le cure ed evitare “grane”. Solitamente di polmonite si guarisce perfettamente e senza “cicatrici”, ma un periodo di astensione lavorativa, riposo domiciliare e convalescenza è indispensabile per ritornare in forma come prima.

Prevenzione

Per la prevenzione una vaccinazione che può essere presa in considerazione è quella per lo streptococco pneumoniae (pneumococco), un germe frequentemente responsabile di bronchiti e polmoniti. Questa vaccinazione, la cui efficacia negli adulti ha la durata di cinque anni, è indicata nei pazienti portatori di malattie cardio-polmonari croniche (come l’asma, la bronchite cronica, l’enfisema), nei diabetici, nei soggetti splenectomizzati (senza milza), nei pazienti ricoverati presso strutture per lungodegenti e in tutti gli ultra sessantacinquenni.

Le tanto reclamizzate terapie immunomodulanti, cosiddette preventive e “potenzianti le difese dell’organismo”, non hanno invece, ad oggi, alcuna documentata prova scientifica.

Dr. Sergio Harari, Direttore dell’Unità di Pneumologia,Ospedale San Giuseppe

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