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Blog – Gruppo MultiMedica

Gli effetti della solitudine sul sistema immunitario

La vecchiaia è triste non perché cessano le gioie ma perché finiscono le speranze.
(Johann Paul Friedrich Richter)

Nei recenti studi di Holt-Lunstad, viene messo in luce come la solitudine sia un fattore di rischio per l’insorgenza di malattie croniche. Questa correlazione dipende dal fatto che, in generale, situazioni di stress alterano il sistema immunitario, per cui si è più facilmente soggetti a stati infiammatori.

Cos’è una situazione di crisi?

L’essere umano, nel corso della propria esistenza, passa attraverso molteplici fasi di crisi.
In ambito psicologico, per crisi ci si riferisce a un momento della vita caratterizzato dalla rottura di un equilibrio precedentemente acquisito. Pertanto in tale situazione è necessario trasformare i propri comportamenti in modo da superare le nuove difficoltà. Quindi una condizione di crisi, anche se rappresenta una situazione negativa, può rappresentare per l’individuo giovane una nuova opportunità di crescita.

La crisi nell’anziano

Nell’anziano invece la condizione di crisi coincide più frequentemente con quella del lutto.
In questo caso, quando parliamo di lutto, non ci si riferisce solo alla perdita di persone care, ma anche a quelle che riguardano più propriamente la propria integrità; una persona anziana infatti nel corso della sua esistenza è facile che abbia perduto il proprio ruolo nella società (es. attraverso il pensionamento) o alcune funzioni (es. udito, deambulazione, memoria).
Questi lutti, se non vengono elaborati, possono sfociare in disturbi psichici come ansia e depressione.
A rendere un anziano depresso non è quindi la perdita reale delle proprie funzioni fisiche o psichiche, quanto quella di non avere più speranze di evoluzione. Spesso noi tutti diamo per scontato che gli anziani o chi, per una grave malattia, sono più vicini alla morte, debbano per forza essere tristi, se non addirittura depressi. Invece ciascun individuo, in ogni fase della propria vita, anche quando è cosciente che gli resta poco da vivere, ha il diritto di essere sereno.

Il ruolo di chi è più giovane

È compito dei giovani dare un nuovo ruolo a chi si sente anziano.
Un anziano ha infatti bisogno di affetto, non solo per avere calore dagli altri, ma per ricordare a se stesso che è ancora una persona.
Ognuno di noi deve quindi ricordare di dare nutrimento non solo al corpo ma anche all’anima di chi ha vissuto più anni di noi attraverso l’ascolto, il fare domande e il fare emergere quello che la persona è o quello che è stato.

Un vecchio proverbio africano ci ricorda che “un vecchio che muore è una biblioteca che brucia”.
Quindi, approfittiamo del tempo che le vacanze natalizie ci concedono per consultate questi libri di memoria per arricchire noi stessi di conoscenza e umanità.

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