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Blog – Gruppo MultiMedica

I passi giusti per uscire dal Tunnel Carpale

La sindrome del tunnel carpale è dovuta a un’infiammazione del nervo mediano causata da compressione, nel passaggio dall’avambraccio al palmo all’interno del canale carpale. Il tunnel carpale è un canale del polso formato dalle ossa carpali, sulle quali è teso il legamento traverso del carpo che costituisce il tetto del tunnel. In questo tunnel passano il nervo mediano e i tendini dei muscoli flessori delle dita.

Non si riconosce una causa che origini la compressione e questa non dipende dall’attività lavorativa. Prolungati e/o ripetitivi movimenti del polso e delle dita, causano un aumento della pressione all’interno del tunnel carpale provocando un’infiammazione dei tendini flessori che riduce le dimensioni del tunnel determinando la compressione del nervo mediano.

Malattie sistemiche (diabete), situazioni fisiologiche (gravidanza, menopausa) o traumi (fratture o artrosi deformanti del polso) possono essere associati alla patologia.

Sintomi

I sintomi possono essere formicolio, sensazione di intorpidimento, gonfiore o crampi (prevalenti sulle prime tre dita e al lato del quarto dito fino all’avambraccio), ipostenia e debolezza della mano.

Durante la notte, la posizione sdraiata ridistribuisce i liquidi corporei con un aumento dell’edema agli arti superiori e quindi anche all’interno del tunnel carpale con conseguente aumento della pressione e dell’aggravarsi dei sintomi.

La sintomatologia impiega spesso parecchi mesi prima di conclamarsi e generalmente si manifesta con saltuari disturbi della sensibilità e dolori episodici, per arrivare poi a sintomi sempre più insistenti e più disturbanti; talvolta si ha un esordio repentino della patologia che si manifesta già in fase avanzata.

Non sottovalutare i sintomi

In assenza di trattamento o di cambiamento dell’attività lavorativa, la sindrome del tunnel carpale tende ad aggravarsi negli anni: negli stadi avanzati della patologia diminuisce la sensibilità delle dita e la forza, fino a rendere difficile stringere le mani a pugno, afferrare piccoli oggetti o svolgere altre attività che implicano l’uso delle mani.

Durante i periodi freddi la sintomatologia si aggrava e migliora durante i periodi caldi, pur non modificandosi la gravità della patologia. Ne soffrono tre volte più le donne e in circa il 70% dei casi è bilaterale, con prevalenza della mano dominante.

Diagnosi

La diagnosi e la cura precoci sono importanti per evitare danni permanenti al nervo mediano.

L’esame obiettivo neurologico valuta la forza, i riflessi osteotendinei, la sensibilità e può avvalersi di test clinici come il “Segno di Tinel” e il “Segno di Phalen”.Per diagnosticare la sindrome del canale carpale è utile eseguire l’esame elettromiografico (EMG) ed elettroneurografico (ENG) che costituisce l’unica indagine strumentale attendibile. Questi esami permettono di confermare la diagnosi clinica, valutare il grado della neuropatia ed escludere compromissioni nervose a monte (cervicale) o sistemiche (diabete).

Terapia: intervento chirurgico e fisioterapia

La terapia conservativa con tutori è indicata negli stadi iniziali della patologia. Ultrasuoni, ionoforesi, laser possono migliorare i sintomi, ma non agiscono sulla causa della sindrome; i farmaci antinfiammatori non steroidei hanno scarsa efficacia; quelli steroidei hanno efficacia limitata nel tempo; le infiltrazioni hanno due grossi effetti collaterali: un dimostrato danno fibrotico del nervo e il rischio che il paziente posticipi troppo l’intervento con esiti permanenti.
Negli stadi avanzati è risolutivo l’intervento chirurgico di decompressione del nervo mediano che consiste nella sezione del legamento traverso del carpo. La procedura viene attualmente eseguita per via endoscopica in circa 5 minuti, con mini incisione al polso, in anestesia locale in regime di Day Surgery. La tecnica endoscopica permette una riabilitazione più veloce e minori disagi postoperatori rispetto all’intervento tradizionale. Essenziale la fisioterapia, che rappresenta parte integrante del trattamento chirurgico, con esercizi eseguibili autonomamente durante la giornata. L’obbiettivo della fisioterapia è la riduzione dell’edema post-operatorio, il ripristino della mobilità delle dita, il trattamento delle cicatrici e il recupero della muscolatura del pollice per consentire l’utilizzo immediato della mano per le normali attività quotidiane, in modo da riprendere l’attività lavorativa in poche settimane.

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