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Blog – Gruppo MultiMedica

La Malattia Renale Cronica nel 2019

La malattia renale cronica è una progressiva, lenta e persistente riduzione della funzione renale a causa di una distruzione irreversibile delle unità funzionali del rene, i nefroni, costituiti da glomeruli, tubuli e vasi.

Ma qual è la funzione dei reni?

La funzione principale dei reni è quella di produrre l’urina a partire dal sangue, permettendo di eliminare le scorie presenti nell’organismo e mantenere un corretto equilibrio dei liquidi e degli elettroliti plasmatici. Ma i reni svolgono un ruolo molto importante anche come organo endocrino, secernono infatti l’eritropoetina, un ormone che promuove la maturazione dei globuli rossi, secernono la renina, un enzima che gioca un ruolo importante nella regolazione della pressione sanguigna ed elaborano la vitamina D nella sua forma attiva regolando il bilancio del calcio e del fosforo, fondamentale per l’apparato scheletrico.

I reni hanno una grande ‘riserva funzionale’, ciò significa che non si hanno dei sintomi importanti fino a quando la loro funzione è gravemente compromessa, pertanto è molto importante eseguire esami del sangue periodicamente, per accorgersi tempestivamente dell’eventuale presenza di  alterazioni renali e intervenire con accorgimenti farmacologici, di stile di vita, dietetici.

Oltre agli esami del sangue ed urinari è importante anche l’ecografia addominale, che ci orienta sulla possibile causa dell’insufficienza renale attraverso il rilievo della morfologia dei reni,  delle dimensioni, della differenziazione cortico-midollare, dell’eventuale presenza di dilatazione, calcoli, cisti ecc.

I parametri laboratoristici che indicano un’alterata funzione renale sono la creatinina e l’azotemia plasmatiche, che, rapportate alla loro escrezione urinaria e all’esame urine standard ci permettono di  misurare in modo più accurato la funzione renale espressa come filtrato glomerulare (GFR).

In base al GFR la malattia renale cronica viene classificata in 5 stadi di gravità che partono da un GFR normale (stadio I), ma con presenza di alterazioni all’esame urine (proteinuria e microematuria) fino ad arrivare all’insufficienza renale terminale (IRC V stadio) che prelude alla necessità di inizio del trattamento dialitico sostitutivo.

In presenza di GFR < 60 ml/min, ovvero in presenza di IRC III stadio, è consigliabile la presa in cura in ambito nefrologico specialistico, come pure in presenza di alterazioni urinarie importanti (proteinuria > 0.5-1 g/24 h e/o microematuria).

Quali sono le cause della malattia renale cronica?

Le patologie più importanti che possono indurre la malattia renale cronica sono:

  • Diabete (45-50%): nefropatia diabetica con perdita delle proteine.
  • Ipertensione arteriosa (27-30%): glomerulosclerosi.
  • Glomerulonefriti (12-15%): primitive, secondarie, ereditarie.
  • Malattie dell’interstizio renale: pielonefriti croniche, ecc.
  • Malattie cistiche: rene policistico, malattia cistica della midollare del rene.
  • Cause diverse: calcolosi renale bilaterale, ipertrofia prostatica, dislipidemie, ecc.
Terapia per i paziente affetti da malattia renale cronica

La terapia è centrata sia sul trattamento della malattia che ha indotto la patologia renale sia sulla terapia dietetica e farmacologica al fine di rallentare (purtroppo guarire non è possibile) la riduzione della funzione dei reni.

L’alimentazione è essenzialmente legata alla riduzione delle proteine, dando la preferenza a quelle definite “nobili”, in quanto non prodotte dall’organismo e che sono contenute in buona percentuale nel pesce e negli animali da cortile. Oltre alla restrizione proteica vanno “sistemati” per quantità e qualità anche altri alimenti (es. dieta iposodica per migliorare il controllo pressorio e la ritenzione di liquidi, dieta ipopotassiemica nei casi in cui vi sia accumulo di potassio, dieta ipolipidemica in presenza di dislipidemia per ridurre il rischio cardiovascolare (già di per sé molto elevato in presenza di insufficienza renale cronica).

I farmaci contribuiscono a rallentare la progressione del danno renale.

In particolare, le sostanze antiipertensive, come gli ACE-inibitori o gli antagonisti recettoriali dell’angiotensina II, hanno dimostrato di svolgere un’azione protettiva verso la progressione dell’insufficienza renale e la proteinuria. Importanti target nella terapia farmacologica dell’insufficienza renale devono poi essere la normalizzazione dei valori pressori (PA consigliata < 130/80 mmHg), il trattamento dell’anemia, delle alterazioni del metabolismo calcio-fosforo, dell’iperuricemia e della dislipidemia.

Dott. Silvio Volmer Bertoli
Direttore U.O. Nefrologia e Dialisi
Gruppo MultiMedica

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