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Blog – Gruppo MultiMedica

Problemi di nervi? Una mano dal Chirurgo

Che cos’è un nervo?

Iniziamo con un piccolo passo indietro: cosa è la cellula nervosa?
I neuroni sono le unità strutturali e funzionali del nostro sistema nervoso. Hanno il compito di generare e scambiare i segnali elettrici che sono alla base del movimento dei muscoli, delle percezioni sensitive e delle risposte riflesse. Sono formati da:

  • un corpo
  • i dendriti, ovvero le antenne di ricezione dei segnali nervosi provenienti da altri neuroni
  • l’assone, una lunga struttura tubulare che ha la funzione di diffondere il segnale sino alla cellula bersaglio. Gli assoni entrano in contatto con strutture specializzate (recettori) presenti nei muscoli, nella pelle e negli organi interni. Molti assoni sono avvolti da una membrana isolante, chiamata guaina mielinica, che permette agli impulsi elettrici di trasmettersi in maniera più veloce ed efficiente. Gli assoni viaggiano insieme associati in tronchi nervosi (i nervi periferici) che percorrono il corpo umano come cavi elettrici che trasmettono impulsi all’interno di un circuito.

Possiamo poi identificare differenti tipi di fibre:

  • motorie: responsabili dell’attivazione dei muscoli e del movimento, dal più semplice e routinario al più articolato. Le informazioni al loro interno viaggiano dal sistema nervoso centrale alla periferia, ovvero la fibra muscolare.
  • sensitive: trasmettono le informazioni relative a tatto, dolore e consentono di percepire la posizione dei nostri segmenti scheletrici nello spazio o riconoscere la forma degli oggetti. Gli impulsi si propagano dalla periferia al centro
  • autonomiche: controllano funzioni involontarie

Mentre il singolo assone contiene fibre in grado di trasmettere un solo tipo di messaggio (sensitive o motorie), la maggior parte dei nervi periferici del nostro corpo è in realtà mista, ovvero contiene al suo interno tutte le tipologie di fibre appena descritte e svolge differenti funzioni.

Cosa succede se un nervo si lesiona?

I nervi sono strutture molto fragili e possono essere facilmente danneggiati a causa di ferite da taglio, traumi con meccanismi di stiramento o trazione, compressione o folgorazione.
Uno schiacciamento o una trazione possono causare un’interruzione nella fibre interne, senza tuttavia causare il danneggiamento della guaina esterna. Altre situazioni possono invece causarne un’interruzione completa; a causa di ciò i muscoli non funzioneranno e vi sarà un’area di insensibilità (parestesia/anestesia) nel territorio del nervo tagliato.

Ci sono pertanto differenti livelli di gravità: danni lievi che avranno un recupero spontaneo completo, sino a lesioni gravi che necessitano un trattamento chirurgico e non reversibili.
Infatti, solamente se la membrane isolante esterna è rimasta integra, la fibre nervosa interne riescono lentamente a “riabitarla” e ricostituire il cavo elettrico che raggiunge il muscolo o il recettore sensitivo.
Se invece la lesione è completa il recupero spontaneo non è possibile. Le fibre, tentando di ricrescere in maniera disordinata, possono formare una tessuto cicatriziale chiamato neuroma, molto doloroso e che può dare sensazioni simili a scariche elettriche se stimolato.

Quando bisogna rivolgersi al Chirurgo della Mano?

Punto cardine della diagnosi e del successivo trattamento è determinare quale tipo di lesione sia presente e quanto grave sia. Per rispondere a queste domande può essere richiesta l’esecuzione di un’elettromiografia/elettroneurografia (EMG/ENG) ovvero lo studio elettrico di conduzione sui nervi; in alcune situazioni può essere utile un’ecografia, o una RM (risonanza magnetica) oppure una RM con mezzo di contrasto.

Una ferita da taglio che invece presenti i sintomi sopra descritti (difetti di movimento e/o aree di insensibilità) deve essere sempre esplorata per ricercare una lesione nervosa ed eventualmente ripararla. E’ importante che ciò sia fatto in tempi rapidi.
Di questo si occupa il Chirurgo della mano che, grazie alle competenze di microchirurgia e di chirurgia del sistema nervoso periferico, è in grado di riconoscere e trattare adeguatamente e nei tempi corretti le lesioni di queste delicate strutture.

Dunque, in funzione del tipo e della severità della lesione nonché del tempo trascorso, si possono eseguire differenti procedure, da discutere e pianificare accuratamente con il singolo paziente prima di procedere con l’intervento chirurgico.
L’obiettivo dell’intervento è quello di riparare il nervo: vengono applicati ai due capi sulla membrana esterna del nostro cavo elettrico lesionato dei piccoli punti di sutura molto precisi che consentono di rimettere le fibre nervose a contatto. A volte è necessaria una protezione di questa delicata struttura, per esempio tramite un tutore o un gesso per evitare che venga compiuto un movimento che possa strapparla.

Dopo un periodo iniziale di circa 3 o 4 settimane, prende inizio la lenta ricrescita – stimata di circa 1 mm al giorno! – e la progressione dei fenomeni di rigenerazione delle fibre interne sino a permettere la trasmissione dei segnali verso i muscoli e le terminazioni sensitive.
In attesa di questa completa riconnessione è comune la sensazione di formicolio e spilli, a volte davvero fastidiosi, ma destinati ad attenuarsi nel tempo.

Per quanto la sutura sia fatta con precisione, purtroppo non tutte le connessioni riescono ad essere ristabilite e ciò può causare un recupero non ottimale della funzionalità.
Inoltre, ci sono condizioni che possono inficiare il risultato rendendo il recupero incompleto o scarso, per esempio una riparazione effettuata molto in ritardo oppure l’età avanzata (si pensi che soltanto i bambini riescono a guarire perfettamente da una lesione nervosa!). Ciò può significare una diminuzione permanente nella funzionalità di alcuni muscoli o riduzione del tatto.

E’ dunque importante discutere con il chirurgo tutti i dettagli, in particolare: la corretta tempistica di esecuzione dell’intervento, la procedura che si ritiene necessaria, nonché i tempi di recupero previsti e che cosa aspettarsi in termini di risultato. In tutti i casi sarà tuttavia necessario un adeguato programma di fisioterapia, con ausilio di tutori funzionali, elettrostimolazioni per i muscoli e rieducazione sensitiva.
In alcuni casi, purtroppo, le lesioni non possono essere riparate, per la loro entità o perché è davvero passato troppo tempo.

Vi sono tuttavia alcune possibilità sia riabilitative che chirurgiche (interventi di chirurgia “palliativa”) che è importante considerare dal momento che possono essere utili per ridurre il dolore, migliorare la funzionalità o per aumentare la forza.

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