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Blog – Gruppo MultiMedica

Non solo sport: come le semplici attività quotidiane possono salvarci dalla fragilità

L’invecchiamento è un fenomeno globale che riveste grande importanza soprattutto nel mondo occidentale. Ad oggi, in Italia, l’aspettativa di vita si è allungata e la ricerca si sta concentrando su come migliorare questo periodo della vita. Quali sane abitudini possiamo seguire ed acquisire nella nostra quotidianità per affrontare al meglio i cambiamenti del nostro fisico?

Uno dei ruoli chiave nel miglioramento della salute dell’anziano, e non solo, è svolto dall’attività fisica. Ma cosa si intende per “attività fisica”?

Molto spesso si associa l’attività fisica all’attività sportiva, per esempio in palestra o in piscina, ma questa associazione è oramai troppo riduttiva. Infatti, si può considerare “attività fisica” anche una piacevole passeggiata al parco, un piano di scale a piedi, i lavori di giardinaggio e addirittura i lavori domestici o fare la spesa. Quindi, la dimensione delle “attività fisiche” si allarga fino a comprendere piccole attività quotidiane che permettono un movimento attivo dell’individuo, che ne trae beneficio.

Ma perché le piccole azioni quotidiane possono fare la differenza?

Non tutte le persone, soprattutto i soggetti di mezza età, sono abituate a frequentare la palestra o fare jogging, ma anche il fisico meno allenato può essere stimolato con piccoli cambiamenti della vita quotidiana. Infatti, recarsi al supermercato a piedi o sfruttando i mezzi pubblici, permette l’attivazione del sistema muscolare e cardiocircolatorio, che viene stimolato a fare un piccolo sforzo da cui deriva un importante beneficio, poiché il muscolo si mantiene attivo e a sua volta sostiene la circolazione del sangue. Inoltre, anche un piccolo spostamento, se fatto attivando il nostro organismo, brucia energia ed innesca tanti meccanismi che rinforzano non solo il corpo ma anche lo spirito, migliorando l’umore.

Anche le semplici pulizie domestiche sono un valido esercizio; difatti spolverare, lavare i vetri e cucinare fanno sì che il soggetto stia in piedi e soprattutto in movimento, e diventano un piccolo aiuto per busto e braccia, principalmente coinvolti nelle mansioni domestiche.

La rivalutazione dell’importanza delle semplici attività quotidiane è sempre più adottata nella stima dell’attività dell’anziano. Difatti, proprio le attività quotidiane sono usate come metro di valutazione di tale attività in un semplice e rapido questionario chiamato PASE (Physical Activity Scale For The Elderly).

Tramite questo questionario si può valutare il grado di attività fisica in soggetti anziani dividendoli in 3 categorie in base al punteggio finale. Il PASE è un valido strumento, riconosciuto a livello internazionale, per quantificare il livello di attività fisica nella popolazione con età superiore ai 65 anni. Questo tipo di questionario considera le attività comuni quali passeggiare, curare le piante oppure l’orto, svolgere attività e riparazioni domestiche e prendersi cura di qualcuno come indici dell’attività fisica del soggetto anziano.

Il PASE è un questionario adottato anche per il calcolo dell’indice di Fragilità nell’anziano. Questo valore è utilissimo per individuare soggetti che presentano il rischio di sviluppare la Sindrome della Fragilità. Questa sindrome porta ad una complessiva riduzione dell’autonomia del soggetto con il coinvolgimento anche del sistema muscolo-scheletrico, che perde tonicità e funzionalità. Soggetti che presentano un valore di PASE maggiore mostrano di conseguenza un minor rischio di sviluppare la sindrome della fragilità, poiché l’attività fisica permette un costante allenamento del sistema muscolare, eliminando uno dei fattori di rischio quale la sedentarietà.

A confermare l’importanza dell’attività fisica nell’anziano, c’è anche uno studio condotto dal National Cancer Institute di Bethesda, negli Stati Uniti. I ricercatori hanno infatti appurato che soggetti con una costante attività fisica, dalla giovinezza all’età adulta, presentano una minore probabilità di decesso rispetto a soggetti inattivi. In maniera analoga, anche i soggetti inattivi che iniziano a svolgere attività fisica durante la mezza età (dopo i 40 anni), mostrano una riduzione del 35% della probabilità di decesso rispetto a soggetti totalmente inattivi.

Ecco quindi l’importanza dell’attività fisica, che comprende anche le semplici attività quotidiane. Eseguire piccoli lavori che non richiedono molto sforzo ma che ci permettono di essere attivi, energici e soprattutto in movimento, aiuta il fisico e riduce la probabilità di decesso. Giocare e badare ai nipotini rinforza il corpo, attiva la mente e rinvigorisce l’anima. E anche se stiamo andando incontro all’inverno, una piccola e piacevole passeggiata sotto la pioggia, ben coperti, si può programmare.

In conclusione, apportando dei piccoli accorgimenti alla vita quotidiana si può ottenere un grande guadagno in termine di “attività fisica” e, di conseguenza, in salute.

Con il contributo di:

Dr.ssa Maria Teresa Palano, Laboratorio di Ricerca Cardiovascolare Gruppo MultiMedica,
Progetto Cariplo “Il midollo osseo come organo chiave nella fragilità dell’anziano

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