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Blog – Gruppo MultiMedica

Troppa igiene può farci ammalare!?

 La risposta a questo vero o falso ce la fornisce Edoardo Rosati, giornalista e scrittore, direttamente dal suo libro “Dottore, mi dica. Le 100 verità sulla tua salute che devi conoscere” – Mind Edizioni.

Antichi germi che rialzano la cresta (il bacillo della TBC). Virus che saltano con disinvoltura dall’animale all’uomo (vedi le influenze aviaria e suina). “Bistecche pazze”. Mozzarelle blu. Vini al metanolo. Uova contaminate dagli insetticidi. Come faccia l’organismo umano a restare a galla in questo oceano di minacce è un mistero mirabile. Il “mistero”, in realtà, un nome ce l’ha: si chiama “sistema immunitario”. Miliardi e miliardi di cellule che pattugliano ogni angolo del corpo e si sacrificano, come militi ignoti, per garantirci il benessere. Di più: la sopravvivenza. Perché senza questi “poliziotti” sarebbe inconcepibile tenere sotto controllo l’attacco dei germi, vecchi e nuovi.

Il sistema immunitario deve vedersela con molti dilemmi moderni: l’utilizzo sconsiderato degli antibiotici, per esempio, che può generare batteri resistenti alle medicine e fonti di non pochi guai per le guarnigioni immunologiche; o le malattie allergiche, che si calcola nel mondo occidentale colpiscano il 20-30% della popolazione, con numeri sempre in crescita. Gli studiosi hanno ritenuto che la colpa fosse tutta dell’inquinamento atmosferico, invece i tanti dati scientifici li hanno smentiti. Nei villaggi di campagna austriaci, per esempio, è emerso che i bimbi esposti agli ambienti non proprio asettici delle stalle risultano più protetti dalle allergie. Insomma: col progresso, l’eccesso d’igiene nelle nostre case ha confuso, stordito le cellule immunitarie. Queste, in una reazione spropositata, oggi puntano i cannoni contro sostanze estranee (come i pollini) che di norma non creano grattacapi. La ridotta esposizione a virus e batteri da parte dei bambini nati e cresciuti nei Paesi più ricchi − dove il tenore di vita è alto, le condizioni igieniche sono buone e la diffusione delle malattie infettive risulta bassa − potrebbe aver disorientato il sistema immunitario.

Questo, privato dei suoi avversari naturali, indirizzerebbe il suo potente arsenale contro falsi bersagli, cioè sostanze innocue. È la “teoria igienista“, proposta dall’epidemiologo David P. Strachan, della St. George’s Hospital Medical School di Londra, nel ricercare le motivazioni all’origine del raddoppio delle allergie tra i bambini in appena un decennio. Secondo il ricercatore, il miglioramento dell’igiene comporta una minore esposizione ai microbi necessari per la stimolazione del sistema immunitario, predisponendo così alle allergie i soggetti più sensibili. Un’ulteriore osservazione condotta nell’ambito delle comuni famiglie sembra avvalorare l’ipotesi: i primogeniti sono a maggior rischio di allergie rispetto ai fratelli minori e la spiegazione risiederebbe nel fatto che i più piccoli, esposti alle infezioni diffuse a casa dai fratelli grandi, allenano il proprio sistema immunitario a guerreggiare i germi, arginando il rischio allergia.

Ulteriore acqua al mulino di questo concetto (e del fatto che, in generale, allergie e stati asmatici crescano con gli stili di vita occidentali) giunge anche da un’indagine diffusa dal New England Journal of Medicine. Gli Amish dello Stato dell’Indiana e gli Hutteriti del Sud Dakota sono popolazioni religiose-rurali statunitensi (dalle comuni radici europee) i cui stili di vita risultano sovrapponibili per molti aspetti, ma le loro pratiche agricole differiscono sensibilmente: i primi, infatti, sono super tradizionalisti e impiegano ancora i cavalli per il trasporto e il lavoro nei campi, mentre gli altri hanno ceduto alle blandizie dell’industrializzazione, vivendo in moderne, accessoriate fattorie. Un team di studiosi americani si è preso la briga di andare ad analizzare esposizione agli allergeni ambientali, profili genetici e assetti immunitari di una sessantina di bambini (fra i 7 e i 14 anni) di entrambe le popolazioni. Risultato: dei ragazzi Amish, pur immersi in un ambiente particolarmente ricco di sostanze allergizzanti e prodotti microbici, nessuno è risultato affetto dall’asma, ma il 20% di quelli Hutteriti sì. Questi ultimi possedevano, inoltre, livelli totali nel sangue di IgE (gli anticorpi coinvolti nelle reazioni allergiche) nettamente più alti e superiore era pure il numero dei bimbi Hutteriti con elevate quantità di IgE specifiche contro allergeni comuni.

Ma come possiamo tenere oliata a dovere la macchina dell’immunità? Potremmo ricorrere a una formuletta universale: 0.5.30. Ossia: zero sigarette, cinque porzioni quotidiane di verdura e frutta e 30 minuti di camminata al giorno a passo svelto. No alle diete fai-da-te squilibrate e drastiche. Sì a un’alimentazione varia, che garantisca l’apporto di tutti i nutrienti (quindi senza bisogno di ricorrere agli integratori). E poi, fondamentale: mantenere il proprio peso nella norma.

L’obesità scombussola anche l’immunità? Assolutamente sì. Nelle persone in sovrappeso, oppure obese, il tessuto grasso è ricco di cellule immunitarie che iniziano a produrre sostanze capaci di scatenare una reazione infiammatoria. È uno dei motivi per cui poi insorgono i disagi seri: dal diabete alla sofferenza cardiovascolare. Ecco un fenomeno, proprio dell’immunità, che la scienza sta sempre più riscontrando nei problemi che toccano la salute: l’infiammazione. Che di per sé è una reazione immunitaria sana e giusta, per riparare i tessuti lesi e ripristinare le normali funzioni. Ma negli ultimi cinque-dieci anni si è visto, per esempio, come l’aterosclerosi, che tutti noi associamo al colesterolo che sporca i tubi arteriosi, in realtà sia proprio il frutto di una risposta infiammatoria anomala, non controllata, che finisce per colpire le arterie. Citiamo anche i tumori: l’infiammazione rappresenta un meccanismo che può alimentare il loro sviluppo. Questo bagaglio di nuove conoscenze, nel campo dell’immunità, è destinato a rivoluzionare anche le terapie.

Le caserme del nostro organismo
  1. Il sistema immunitario non è un singolo fortino, col suo esercito di soldati, stanziato in una ben precisa località del nostro corpo. È invece una complessa rete di guarnigioni, di vari organi. l loro nomi: timo (alla base del collo), midollo osseo (un gel nelle cavità delle ossa), linfonodi (che sono filtri a forma di fagiolo), milza (nella parte sinistra dell’addome), tonsille… si tratta di un’organizzazione militare che intercetta microbi e corpi estranei e sforna cellule addestrate per sopprimerli.
  2. Quando ci ritroviamo tra le mani i risultati dell’analisi del sangue, i protagonisti dell’immunità son ben visibili su quei fogli. Si chiamano globuli bianchi o leucociti (WBC è l’acronimo inglese per White Blood Cells). l valori normali sono: 4- 10mila per millimetro cubo di sangue. l globuli bianchi costituiscono una famiglia allargata. Infatti risulta formata da varie tribù di cellule (che le normali analisi del sangue provvedono a conteggiare).
    I neutrofili inglobano e distruggono le particelle estranee, gli eosinofili , i basofili e i monociti sono coinvolti nella resistenza contro parassiti (come i vermi intestinali ) e risultano anche associati alle reazioni allergiche; i linfociti costituiscono il cuore delle risposte immunitarie, producendo prodotti chimici chiamati anticorpi e trasformandosi in veri e propri Terminator in grado di sterminare agenti nocivi e cellule patologiche.

 

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